(Adnkronos) - La tassa sulla grandi ricchezze, oltre a creare ingenti risorse per la collettività (pari ogni anno a una finanziaria di medie dimensioni), avrebbe anche un effetto in termini di equità in un paese sempre più diseguale. Ogni indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane rileva infatti, dal 1995 ad oggi, che il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi il 45% dell’intera ricchezza netta delle famiglie italiane, a fronte del 50% della popolazione (la metà più povera) che ne detiene meno del 10%.
In pratica, circa 2,4 milioni di famiglie posseggono mediamente quasi 1.600.000 euro di patrimonio immobiliare e finanziario netto, a fronte di circa 12 milioni di famiglie che posseggono mediamente meno di 70.000 euro. Se si osserva anche solo una parte delle famiglie più ricche, definite “ricchissime”, la ricchezza netta del 5% più ricco d’Italia è mediamente circa 2 milioni e 300mila euro. Così come quella dell’1% delle famiglie più ricche, le “ultraricche”, è pari a circa 5 milioni e 300mila euro. Con la tassa sulle grandi ricchezze, si chiederebbe un contributo davvero minimo ai nostri super ricchi, visto che le simulazioni ci danno cifre quasi irrisorie di 1000 (mille) euro l'anno. Si potrebbe dire che neppure i super ricchi piangerebbero.