'Anche se non adremo a un referendum, che non è mai stato un fine in sé, accolgo con favore la posizione del partito dell'opposizione della destra'', aveva detto prima di intervenire in Aula, aprendo la strada a un governo di larghe intese. Papandreu si è quindi detto disposto ''a parlare con il leader di Nuova democrazia, Antonis Samaras, per fare progressi sulla base di un nuovo governo''. A tal fine, ha proposto al ministro dei trasporti, Dimitris Reppas, e il suo consigliere, Nikos Athanassakis, di avviare i negoziati. ''Credo che in questo momento storico i partiti politici possano mettersi d'accordo'', ha aggiunto.
Ma a breve giro di posta è stato gelato dallo stesso Samaras: Papandreou si comporta come se non avesse capito quello che gli ho detto. Io gli ho chiesto di dimettersi", ha detto il leader di Nuova Democrazia nel suo intervento durante il dibattito in Parlamento sulla fiducia.
L'ipotesi del referendum aveva infiammato la situazione e destato l'ira di Bruxelles. E anche Atene si era divisa: a partire dal ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos che si era detto fortemente contrario in quanto l'appartenenza della Grecia all'Euro è "una conquista storica del popolo greco che non può essere rimessa in questione". Un "no" al referendum arrivava anche dal ministro dello Sviluppo, Michalis Chryssohoidis, che ha chiesto una rapida ratifica del piano europeo di riforme concordato con l'Ue da parte del parlamento di Atene, opponendosi così di fatto al progetto. Critica poi l'opposizione dei conservatori greci, per i quali Papandreou "è pericoloso e deve lasciare" l'incarico al governo. "Papandreou ha presentato la Grecia come un paese che mette in dubbio la sua membership all'Ue e alla zona euro" ha affermato Giannis Mihelakis, portavoce di 'Nuova Democrazia'. "Questo problema non si pone, ma Papandreou all'improvviso sta provando a crearlo" ha attaccato il portavoce, sottolineando che "il solo problema è che Papandreou osa mettere in dubbio la scelta strategica fondamentale di un paese all'interno dell'Ue".
Il premier chiederà comunque la fiducia domani notte in Parlamento. Lo ha detto il portavoce del governo greco, Ilias Mossialos, ribadendo che l'esecutivo è disposto a discutere la richiesta avanzata dall'opposizione per la creazione di un governo transitorio per approvare l'ultimo accordo per il salvataggio europeo e garantire quindi il versamento dell'ultima tranche di aiuti.
Secondo la tv pubblica Net, sono due gli onorevoli che non voteranno la fiducia, con l'esecutivo che ha già perso la sua maggioranza e potrebbe contare solo su 150 voti dei 300 deputati dell'Assemblea.