Roma, 15 mag. (Adnkronos) - Laura non e' mai esistita, ''colei che sola a me par donna'' e' solo il frutto dell'immaginazione letteraria. La giovane dai ''capei d'oro'', immortalata da Francesco Petrarca in alcune tra le piu' belle poesie del Trecento, sarebbe una pura invenzione. E' l'ipotesi avanzata da Giuseppe Billanovich, docente emerito di filologia medioevale dell'universita' Cattolica di Milano, durante un simposio dell'Accademia dei Lincei, di cui il professore padovano e' socio nazionale.
Considerato tra i maggiori esperti del grande poeta toscano, Billanovich e' da tempo impegnato in ricerche documentarie e filologiche per depurare l'opera di Petrarca dalle tante ''incrostazioni mitiche''. Sulla base delle sue indagini, lo studioso ha sostenuto che sono tutte da riscrivere le biografiche petrarchesche, in quanto la celebre apparizione che strego' il poeta nella chiesa di Santa Chiara di Avignone il 6 aprile 1327 non sarebbe mai avvenuta. Come del resto Laura non sarebbe mai morta nel 1348, ''il fatale anno della peste nera''.
Ma per quale motivo l'autore del ''Canzoniere'' avrebbe sentito la necessita' di inventare la figura di Laura? Billanovich ha offerto una spiegazione quasi psicoanalitica: ''Creo' questa donna per coprire i turbamenti e i tanti rimorsi che in lui, cappellano del cardinale Giovanni Colonna, provocarono il concubinaggio con la sconosciuta donna madre dei suoi figli Giovanni (1337) e Francesca (1343)''. (segue)