New York, 21 feb. (Adnkronos Salute) - Il nuovo antiaritmico di classe III dofetilide conferma il suo interesse nella fibrillazione e soprattutto nel flutter atriale sostenuto. E' quanto afferma uno studio americano.
In questo studi, 2 dosi differenti di prodotto o placebo sono state somminstrate in un solo bolo endovenoso a 91 pazienti: 75 con fibrillazione e 16 con flutter.
Globalmente la dose maggiore, 8 mcg/kg ha permesso di ottenere il 31% di risoluzione dell'aritmia, contro il 12,5% con la dose minore, 4 mcg/kg, e 0% con placebo.
Con le due dosi analizzate il tasso di conversione in ritmo sinusale e' stato del 54% per i flutter e del 14,3% per le fibrillazioni.
Il dofetilide sarebbe dunque particolarmente interessante per il trattamento dei flutter atriali, specie quelli che rispondono poco agli antiaritmici di classe I.
In un editoriale questi risultati vengono giudicati modesti, soprattutto per quel che riguarda la fibrillazione, e si stima prematura la considerazione di sostituire la cardioversione con un trattamento antiaritmico ricordando la frequenza non trascurabile di effetti pro-aritmici con i farmaci di classe III.
(JACC, feb., vol. 29, n. 2, pagg. 385-390 & 391-393)